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Pavia →Ponte della Becca

MEZZI DI TRASPORTO

LUNGHEZZA

kilometri

DISLIVELLO IN SALITA

Metri

DISLIVELLO IN DISCESA

Metri

QUOTA MASSIMA

Metri

DIFFICOLTÀ

ACQUA

All’inizio nei bar presenti in prossimità del Ponte Coperto
Dopo circa 1,5 km (fontanella pubblica con rubinetto) 
Al termine del percorso nei locali situati vicino al Ponte della Becca

 TURITINERARIO

XV
PAVIA
PONTE DELLA BECCA

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L’itinerario inizia in corrispondenza del Ponte Coperto di Pavia, situato sul Fiume Ticino, che collega il centro storico con il pittoresco quartiere di Borgo Ticino, originariamente sorto al di fuori delle mura periferiche della città.

Il punto di partenza è raggiungibile dalla stazione di ferroviaria di Pavia a piedi in 20 minuti passando per P.zza della Minerva, percorrendo tutto Corso Cavour e quindi svoltando a destra e scendendo verso il Fiume lungo Corso Strada Nuova.

INIZIO

PAVIA

Dal Ponte Coperto si procede inizialmente lungo il marciapiedi situato sulla sponda sinistra e quindi, dopo circa 200 metri si prende la discesa che porta al sentiero in terra battuta che si sviluppa proprio a ridosso del Fiume.

HORTI BORROMAICI E LA TRIADE DI POMODORO
fonte: http://www.collegioborromeo.it/it/horti/

Nel caso si volessero visitare gli Horti Borromaici si deve invece proseguire lungo il marciapiede ancora per circa 600 metri e quindi, attraversata la strada, entrare nell’area verde del Collegio Borromeo all’interno del quale è situato un parco di 3,5 ettari, un bar-ristorante ed una collezione di opere di artisti contemporanei tra le quali spicca, subito a destra del cancello d’ingresso, La Triade di Arnaldo Pomodoro, opera che era già stata esposta a Pavia dal 1985 al 2002.

Horti Borromaici

HORTI BORROMAICI E LA TRIADE DI ARNALDO POMODORO

Breve Storia

Gli Horti Borromaici sono una vasta area verde che si estende per una superficie di circa 3,5 ettari nel cuore del centro storico di Pavia, tra il collegio Borromeo (che ne è proprietario, come suggerisce il nome) e il Ticino. Nacquero nella seconda metà del XVI secolo, quando cominciarono a essere sfruttati per la coltivazione di vigneti e prodotti ortofrutticoli necessari al sostentamento degli alunni del collegio, fondato da San Carlo Borromeo nel 1561. L’area conservò una destinazione agricola fino alla seconda metà del XX secolo, non venendo intaccata dalla grande espansione urbanistica che interessò Pavia negli anni 1950 e 1960. Tra il 2021 ed il 2022 l’amministrazione dell’Almo Collegio Borromeo decise di riqualificare l’area, trasformando gli HORTI in un grande spazio pubblico, aperto gratuitamente a tutti dal martedì alla domenica.

Descrizione

HORTI è il parco riqualificato come spazio pubblico dall’Almo Collegio Borromeo, dove si intrecciano habitat naturali, arte contemporanea, riflessione culturale, impegno etico, equità e inclusione sociale

All’interno degli Horti è stato aperto un bar-ristorante e sono stati piantumati oltre 3.000 alberi e arbusti autoctoni delle foreste planiziali della Valle del Ticino (che dà vita ad un parco naturale di cui l’intero territorio comunale di Pavia fa parte), che favoriscono l’approdo e la conservazione dell’avifauna locale. Gli Horti sono una anche vasta area espositiva en plein air di arte contemporanea. Sono esposte opere di diversi artisti: Arnaldo Pomodoro (La Triade era già stata esposta a Pavia dal 1985 al 2002), Nicola Carrino, Gianfranco Pardi, Luigi Mainolfi, Mauro Staccioli e Salvatore Cuschera ed altri.

fonte:
http://www.collegioborromeo.it/it/horti/
https://it.wikipedia.org/wiki/Horti_Borromaici

Colonne di Arnaldo Pomodoro

Il parco, inaugurato nel settembre 2022, è visitabile gratuitamente da martedì a domenica dalle 10 alle 18.

Per riprendere l’itinerario si può o ritornare indietro lungo il marciapiede e quindi prendere la discesa che porta al fiume oppure proseguire, attraversata la strada, a sinistra e, dopo la curva, a destra e ricongiungersi con il sentiero che costeggia il Ticino.

IDROSCALO

Proseguendo lungo il Fiume Ticino si incontra l’Idroscalo, infrastruttura costruita, a partire dal 1926, per il trasporto di passeggeri lungo la rotta Torino-Trieste. Edifici del tutto analoghi a quello di Pavia furono pertanto realizzate in altre città, quali Torino, Venezia, Trieste. La cerimonia d’inaugurazione dell’aerostazione presso lo scalo di Pavia (sebbene non ancora ultimata, infatti bisognerà attendere l’inizio del 1930 per vedere conclusa la struttura), avvenne, con grande solennità, il 1 aprile 1926 alla presenza di Benito Mussolini.

L’idroscalo rimase in funzione fino al 1942; nel corso dei decenni attraversò anche un periodo di utilizzo da parte di privati, venendo definitivamente abbandonato nel 1981.

Idroscalo

Confluenza Naviglio Pavese-Ticino

CONFLUENZA NAVIGLIO PAVESE-TICINO

Si supera quindi un ponticello fino ad arrivare alla conca che precede il punto di Confluenza tra il Naviglio Pavese ed il Ticino. Si trattava di un canale artificiale navigabile che scorre da Milano a Pavia e che fa parte del sistema dei navigli di Milano. È largo 10,8 m sul fondo e 11,8 al pelo dell’acqua. Come tutti gli altri navigli, univa la funzione irrigua (che svolge ancora oggi) a quella di via d’acqua. Fu scavato a partire dal 1812 sotto il Regno d’Italia napoleonico e, dopo alterne vicende, inaugurato il 9 agosto 1819 sotto il regno austriaco del Lombardo-Veneto.

Superato il ponte sul Naviglio Pavese e attraversata la strada asfaltata prendere la strada terrata e quindi ad un bivio in prossimità di una cava di inerti, svoltare a destra e proseguire lungo la strada in terra battuta.

Il sentiero si sviluppa in prossimità di campi coltivati ed isolate cascine; dopo circa 500 metri svoltare ancora a destra lungo una strada che porterà, dopo poche centinaia di metri a raggiungere il Fiume Ticino. Si prosegue costeggiando sulla destra il fiume e sulla sinistra prati inerbiti che durante l’estate ospitano mucche al pascolo.

Superata una piccola depressione che ospita una folta vegetazione ed un piccolo laghetto si percorre, in prossimità di un’altra cava di inerti, una piccola salita alla sommità della quale si svolta a destra per procedere lungo l’argine. Dopo circa 400 metri si svolta a sinistra, scendendo dall’argine, e si raggiunge, dopo aver aggirato una sbarra, la strada asfaltata.

La strada costeggia campi coltivati soprattutto a frumento e mais; dopo circa 10 minuti si percorre il ponte che permette di superare la Roggia Vernavola. Superato un tratto in leggera salita il percorso torna pianeggiante; all’incrocio si prosegue a destra sempre lungo la strada asfaltata fino alla fermata dell’autobus “Scarpone”. Si prende la leggera discesa a destra e, dopo aver attraversato il cortile della cascina situata sulla destra del sentiero, si aggira una catena e si riprende la strada in terra battuta che si sviluppa in mezzo ai campi coltivati.

CASCINA BELVEDERE
https://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/PV240-00586/

Il percorso riporta al Fiume, intersecando alcune rogge le cui acque vengono utilizzate, tramite l’azionamento di chiuse manuali, per l’irrigazione dei campi e che terminano il loro corso nel Ticino. Costeggiando il Fiume si passa vicino alla Cascina Belvedere, grande complesso agricolo costituito da differenti tipologie di fabbricati: case coloniche, stalle, edifici rustici, una casa torre disposti in modo da delimitare la grande aia interna.

Cascina Belvedere

Si continua sempre lungo il Ticino in mezzo a pioppeti fino a raggiungere una costruzione denominata “Idrometro del Ponte della Becca”. Qui bisogna abbandonare il sentiero dal momento che proseguendo diritto si finisce per raggiungere una roggia che però è insuperabile per il crollo del ponte che permetteva di oltrepassarla arrivando così facilmente al Ponte della Becca.

PONTE DELLA BECCA

All’Idrometro si deve prendere la strada asfaltata che porta sulla SS617 e quindi si svolta a destra; percorsi circa 200 m (stando ben attenti alle macchine!!!) si raggiunge una piccola rotonda che permette, prendendo a sinistra la stradina che, sviluppandosi parallelamente alla SS617, permette di raggiungere il Ponte della Becca costruito nel 1912 dalla Società Nathan Uboldi Costruttori di Milano, su progetto dell’ingegnere Rothlisberger.

Ponte della Becca

Il Ponte venne parzialmente distrutto nel 1944 dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, fu quindi ripristinato nelle parti danneggiate e riaperto al traffico nel 1950. L’ultimo intervento risale al 2011, a seguito di una piena del Po, che ha compromesso la sicurezza della struttura a causa del cedimento di un giunto.

Si può pranzare in uno dei locali presenti in prossimità del Ponte (al Ristorante le Rubinie del Po oppure presso il Ristorante Il Barcone).

Per il ritorno a Pavia bisogna ritornare alla piccola rotonda sulla SS617 e da qui, prendendo la strada sterrata che porta a Linarolo-San Leonardo (il paesino risulta visibile in lontananza su di un terrazzo fluviale leggermente rialzato), si prende il pullman della linea 24 in via Nobili, 125 e poi, una volta arrivati in loc. Montebolone, quello della Linea 3 che porta alla Stazione di Pavia.

PONTE DELLA BECCA

Breve Storia

Il ponte della Becca è un ponte della provincia di Pavia, costruito tra il 1910 e il 1912, che attraversa la confluenza tra i fiumi Ticino e Po, presso i comuni di Linarolo e Mezzanino. Fu costruito nel 1912 dalla Società Nathan Uboldi Costruttori di Milano, su progetto dell’ingegnere Rothlisberger.

Parzialmente distrutto dai bombardamenti subiti durante la seconda guerra mondiale nel 1944, fu ripristinato nelle parti danneggiate e riaperto al traffico nel 1950. L’ultimo intervento risale al 2011, a seguito di una piena del Po, che ha compromesso la sicurezza della struttura a causa del cedimento di un giunto.

Descrizione

La lunghezza del ponte è di 1040 metri, suddivisa in 13 campate. La struttura in acciaio ha una lunghezza di 1081 m suddivisi in tredici campate.

Il 17 marzo 2011 durante un periodo di piena del Po, crolla improvvisamente il pilone 9 del ponte, che viene perciò dichiarato inagibile e chiuso alla circolazione.

Tra il 6 e 7 giugno 2011 vengono eseguiti dei rilievi sul letto del fiume, per determinare le cause del cedimento e del crollo del pilone 9. I dati ottenuti affermano che il pilone 9 era collassato a causa di una buca nel letto del fiume, che si stava allargando, finendo per minacciare anche la base del pilone 8, il quale era sporgente in modo anomalo: penetra nel fondo per soli 2 metri, mentre gli altri piloni sono a 11 metri.

Negli anni immediatamente successivi è stato ripristinato il doppio senso di circolazione e sono state installate nuove barriere in calcestruzzo atte a limitare la larghezza della carreggiata; la transitabilità continua ad essere inibita ai veicoli di massa superiore ai 35 quintali.

fonte:
https://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/1j590-00001/
https://it.wikipedia.org/wiki/Ponte_della_Becca

Carta itinerario del percorso 

Pavia – Ponte della Becca

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